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16/12/2014
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FOTOGRAMMETRIA FORTEZZE IN 3D PER RACCONTARE LA GRANDE GUERRA

Nell’ambito della provincia di Trento è stato avviato l’interessante progetto Vast, acronimo che significa Valorizzazione Storia e Territorio. La ricerca prevede la ricostruzione virtuale delle fortificaz



 La Prima Guerra Mondiale ha lasciato tracce indelebili nella storia dell’umanità e ha segnato in modo indimenticabile non solo l’animo dei soldati che l’hanno direttamente combattuta, ma anche quello della popolazione civile. I segni del conflitto si osservano a distanza di un secolo anche tra le pieghe morfologiche di molti territori: oltre alle trincee, ai camminamenti e alle postazioni sono numerose le aree, soprattutto di montagna, che accolgono ancora in modo evidente le testimonianze dei bombardamenti e dello scoppio di mine. Il recupero di questi siti può e deve contribuire in modo importante alla maturazione di una coscienza storica collettiva e personale, pertanto sono numerose le attività specifiche promosse da enti pubblici e associazioni, tra le quali sono in prima fila gli Alpini. Nell’ambito della provincia di Trento è stato avviato in questa direzione l’interessante progetto Vast, acronimo che significa Valorizzazione Storia e Territorio. Quando la regione del Trentino apparteneva all’impero Austro-Ungarico furono costruite in fasi successive, a difesa del confine con il Regno d’Italia, oltre cinquanta fortezze (in tedesco Werk).La quarta generazione di tali possenti strutture fu caratterizzata da forti costruiti in cemento e acciaio, che si distribuivano non solo sulle montagne che delimitavano la linea del confine, ma anche negli altipiani. Il progetto Vast si pone quali principali obiettivi la promozione e la valorizzazione dell’offerta di tipo culturale ed espositivo legata alle attività museali presenti nella zona degli Altipiani in Trentino. Oltre alle emergenze di carattere naturalistico le aree di Folgaria, Lavarone e Luserna racchiudono anche preziose testimonianze storiche, in quanto coinvolte in modo diretto in alcuni drammatici avvenimenti accaduti nel corso della Prima Guerra Mondiale. L’iniziativa ha finalità di carattere multiculturale e interdisciplinare, e intende realizzare un’opera di valorizzazione di questi luoghi attraverso la diffusione di supporti storici, cartografici, iconografici e 3D. Il partner tecnico di progetto individuato dal Centro Documentazione di Luserna, in qualità di soggetto capofila, è l’Unità 3D Optical Metrology (3DOM) della Fondazione Bruno Kessler di Trento, erede dell'Istituto Trentino di Cultura, che svolge attività di ricerca in ambito scientifico e umanistico a livello europeo e internazionale. Nel contesto delle linee esecutive del progetto Vast il gruppo di lavoro 3DOM guidato da Fabio Remondino ha il compito di realizzare rilievi e modellazione 3D, rephotographing e visualizzazione dei forti degli Altipiani. Nel corso del primo anno di attività sono stati analizzati il Forte Sommo Alto (Werk Sommo), Forte Dosso delle Somme (Werk Serrada), Cima Vezzena (Posten Spitz Verle), Forte Cherle (Werk Sebastian) e Forte Verle (Werk Verle). Il Forte Belvedere (Werk Gschwent) non compare tra questi poiché è già stato recuperato in passato e accoglie il Museo della Prima Guerra Mondiale. Nel complesso si tratta di opere realizzate con il corpo principale scavato nella roccia con finalità di mimetizzazione, che esponevano alla vista esterna solo la facciata. Ad un secolo di distanza la maggior parte di queste strutture giace in uno stato di abbandono, a causa dell’effetto degli eventi atmosferici, della mancanza di una manutenzione continua, ma anche delle conseguenze dei bombardamenti subiti e dell’asportazione delle parti metalliche effettuata negli anni successivi alla conclusione del conflitto. Un recupero complessivo si presenta quindi particolarmente difficile e richiede costi elevati, ma è possibile tuttavia ottenere un’adeguata comprensione delle strutture nel loro stato originale attraverso la realizzazione di modelli digitali. Le tecniche più diffuse utilizzano macchine fotografiche e laser scanner, e forniscono una restituzione visiva degli oggetti a partire da dati rilevati con coordinate bidimensionali e anche tridimensionali. Nello specifico caso dei forti lo stato degradato delle strutture non permetteva, facendo uso solo di questi strumenti, di disporre di dati sufficienti. Per giungere ad una ricostruzione tridimensionale di forti, avamposti e tunnel utilizzati nella Grande Guerra si è dovuto quindi compiere un'analisi delle planimetrie storiche reperibili negli archivi di stato, e desumere le informazioni mancanti da testi e materiale iconografico d’epoca.



Giornale di Brescia, martedì 16 dicembre 2014, pag. 27

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