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15/10/2017
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LE PAROLE PERDUTE DI ALDO FORRER, RICERCATORE CIMBRO

FOLGARIA - La terra cimbra si distende dagli altipiani ai 13 comuni veronesi (Lessinia), ai sette comuni asiaghesi, alle valli di Terragnolo, Vallarsa ed in altre piccole località. Aldo Forrer ( nella foto ), noto personaggio folgaretano, ne è uno dei ricercatori più appassionati, che ama la storia loale ed è un cultore dell'idioma e della parlata cimbra tanto da diventare membro del Comitato unitario delle isole linguistiche storiche germaniche in Italia.«Sono molto legato alle tradizioni, alle vicende che hanno coinvolto le nostre terre di confine e spesso nelle mie ricerche trovo interazione con altri territori limitrofi, che hanno vissuto, almeno nell'evoluzione linguistica, la nostra stessa metamorfosi», racconta. «In Lessinia ho trovato una giovane ragazza, Antonia Stringher, che è diventata per me un punto di riferimento: è l'autrice del libro "Censimento dei parlanti cimbro nell'isola linguistica di Giazza". Ormai la vecchia biblioteca, in possesso del circolo culturale del posto, non c'è più, i libri sono stati riconsegnati ai proprietari originari e pertanto diventa difficile poter costruire uno zoccolo duro su cui basare le nostre ricerche». Ma un volume che fa da filo conduttore alle sue ricerche Forrer l'ha trovato, è «Il vocabolario dei cimbri di San Sebastiano e Carbonare nel Comune di Folgaria», un lavoro conclusosi nel 1942/43 da Bruno Schweizer e ristampato nel 2002 dalla Cassa rurale grazie a Piergiorgio Tezzele. «Il vocabolario consta di circa 2000 vocaboli dei quali la metà sono perfettamente uguali a quelli che si usavano a Giazza nei tredici comuni veronesi», sottolinea Forrer. Il viaggio dello studioso folgaretano va oltre, riporta alla luce autori come Giovanni Rapelli e Umberto Martino, che nell'ultima sua opera «Tutto è notte» ambienta un giallo nella terra cimbra di Luserna. «Molti vocaboli sono simili, c'è forse una differenza nella pronuncia che per certi luoghi è più marcata e per altri più lieve. Nell'Oltresommo la parlata cimbra era denominata slambrot, ma altro non era che la lingua cimbra adattata a quel luogo». La popolazione cimbra era mite, umile, contadina, viveva il territorio e dal territorio riusciva a ricavare il necessario per tirare avanti. «I cimbri sono stati per lungo tempo ignorati, derisi, sottovalutati sia per come vestivano che per la lingua che parlavano» conclude Forrer che invece ha ridato un ruolo ai suoi antenati. 

 

L’ADIGE
LE PAROLE PERDUTE DI ALDO FORRER, RICERCATORE CIMBRO

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